Storia

ORIGINI E FONDAZIONE URBANA

 

Senerchia, centro attivo della Valle del Sele, distrutto dal sisma del 23 novembre 1980, ha origine antichissime risalenti al IX sec. dell’era volgare. La popolazione picentina, che abitava le ripide roccie costose della valle, insediatesi dopo il conflitto della seconda guerra punica, venne a stabilirsi nell’oppidum romano con il nome di SENA HERCLEA.  

Ursetani, coloni romani, longobardi si unirono a quest’ultimi dopo l’invasione di Alarico il quale nell’409 d.C. devastò i villaggi di Serradarce e Sarginara.
  

Nel 591 i longobardi crearono il vasto Ducato di Benevento, da cui se ne distaccò nell’ 840 il Principato di Salerno, e fu allora che Senerchia ebbe il titolo di "Universitas", ossia centro importante fortificato con popolazione residente stabilmente.
 

L’insediamento abitativo di quest’epoca è ancora visibile, arroccato sulle pendici del monte Croce a circa 700 m s.l.m.
 

La nascita di Senerchia, dunque, è dovuta ai longobardi come ai longobardi è dovuta la nascita della maggior parte dei castelli e dei paesi delle provincie di Avellino e Salerno.
 

Il primo nucleo insediativo, è localizzabile sulla parte pedemontana posta a monte della chiesa di San Michele Arcangelo è può intendersi, urbanisticamente parlando, ad avvolgimento parziale circondato da parti di murazioni che determinano, anche per la caratteristica orografica del sito, il binomio castello-chiesa, tipico dei centri fortificati. Finita la lunga ed estenuante guerra del Vespro, la popolazione si sentì più tranquilla e usci dalla cinta muraria che delimitava il nucleo fondale di Senercla, costruendo le prime abitazioni al di fuori della porta urbana.
 

La prima espansione è databile tra i secoli XV e XVI. Le abitazioni seguono anche in questo caso il pendio della roccia, scavalcandone il torrente Vallone e posizionandosi nella parte orientale di quest’ultimo. Come il nucleo fondale ebbe la sua chiesa, appartenente al signore del feudo, anche in questo nuovo rione se ne volle costruire una dedicata a San Antonio.
 

E’ proprio nel punto in cui ha fine la perimetrazione di questo edificio religioso, che parte una stradina, la quale costeggia l’intero pendio roccioso, fino a sfociare in una seconda via molto stretta, e cioè via Serrone. Queste due stradine sono le direttrici urbanistiche del nuovo nucleo abitativo che, seguendone il carattere orografico del sito, ne determinano l’insediamento.
 

La tipologia abitativa è praticamente quella della "casa su pendio". Come nel secondo rione la popolazione non volle abbadonare l’uso di cotruire sulla roccia, anche la seconda espansione abitativa costeggiò il torrente Vallone insediando le proprie case sulla costa rocciosa. Il rione Vallone ha termine con l’incrocio di via Piceglia e via Umberto, quest’ultima è generatrice della terza espansione abitativa, la quale sfociando in Piazza Umberto I genera a sua volta due direttrici che caratterizzano la struttura urbanistica del centro antico. 

 

L’ultima espansione, direzionale-centrifuga, a cavallo dei secoli XVII-XIX viene a localizzarsi sul pianoro collinare ai piedi del promontorio dominato dal castello. Generatrice del sistema urbanistico è Piazza Umberto I, da cui dipartono i due assi portanti della struttura urbana: via Cavour e via Vittorio Emanuele III, completamente cancellati dall’evento sismico del 1980.

torna all'inizio del contenuto